8 MARZO: LE DONNE TEMPOCASA SI RACCONTANO



Determinate, visionarie e instancabili. E poi: empatiche, solidali e appassionate.

Le donne Tempocasa sono tutto questo, ma anche molto di più. Oggi, in occasione dell’8 marzo, abbiamo voluto celebrarle, una per una. Per farlo abbiamo scelto di ascoltare la voce delle nostre manager: il perfetto esempio di come in un settore più attrattivo per l’universo maschile – com’è quello immobiliare – le donne siano capaci di fare la differenza.

Allora lasciamo spazio alle loro storie. Leggetele con attenzione e fate tesoro degli insegnamenti che ci hanno saputo regalare.

Buona lettura!

Emma Pumpo, la prima manager di Tempocasa

PUMPO

Fin da bambina respira la voglia di libertà ed emancipazione di cui il movimento femminista, sul finire degli anni Sessanta, si fa portavoce. Quella necessità di essere indipendente e forte la fa subito sua e, intorno, ci costruisce una vita intera. Con una certezza: le donne non devono accontentarsi di un ruolo marginale, hanno il diritto di avere una famiglia, ma anche un lavoro e soprattutto una carriera professionale.

Lei ci è riuscita e, in realtà, ha fatto molto di più: moglie, mamma e imprenditrice di successo, è la prima project manager senior donna di Tempocasa. E la quota rosa che, tra le maglie della rete, ha aperto una cascata di uffici e contribuito in prima linea allo sviluppo del Lazio. Di chi stiamo parlando? Di Emma Pumpo, un concentrato di energia, entusiasmo e determinazione.

Nata in provincia di Salerno e cresciuta fuori Roma, Emma comincia a lavorare quando è solo una ragazzina: da vera figlia del Sessantotto, il suo sogno è quello di costruirsi una carriera e una vita indipendente. Così, dopo essersi diplomata in ragioneria, si iscrive all’università, corso di laurea in economia e commercio. Dopo due anni sceglie di mollare le lezioni: si butta a capofitto nel mondo del lavoro e si cimenta con le esperienze più diverse.

Nel 1988 va all’altare per dire il sì più importante a Giulio, il compagno di una vita intera, e l’anno successivo dà alla luce Sharon. La vita privata va a gonfie vele, ma sul fronte lavorativo capisce che la manca ancora qualcosa: «Sento la necessità di creare qualcosa di più, ne ho il bisogno. Voglio trovare un’opportunità che mi permetta di costruire qualcosa. Voglio una carriera vera», prosegue.

Quell’opportunità gliela offre il mercato immobiliare: a Ladispoli un’agenzia esterna al franchising Tempocasa cerca una segretaria. Emma si presenta, porta il cv, viene presa e inizia. I compiti da coordinatrice li impara in fretta e presto si carica sulle spalle mansioni su mansioni. «L’ambiente è composto per lo più da uomini. Faccio fatica, capita che non mi salutino neppure al mattino o alla sera. Vado avanti: di fatto divento responsabile del punto vendita, sebbene non mi riconoscano il ruolo. A lungo andare sono stanca, so di meritare di più e inizio a guardarmi in giro», aggiunge.

In quei giorni di insoddisfazione incontra per la prima volta Silvano Manescalchi, allora responsabile della regione Lazio per Tempocasa. La scintilla scocca subito e nel 2005 Emma fa il debutto ufficiale nel Gruppo. E lo fa con il botto: apre il primo punto vendita, esattamente a Ladispoli. Il successo arriva nell’arco di un anno: nel 2006 l’agenzia, a solo dodici mesi dalla fondazione, viene incoronata la migliore d’Italia alla Convention internazionale biancoverde.

La strada è spianata. Emma inanella un risultato dopo l’altro, tra cui quello personale della nomina ad area manager. Un passo per volta crea una famiglia lavorativa a tutti gli effetti: «La cosa più ‘strana’, se così si può definire, è che in un’azienda con una fortissima componente maschile com’è Tempocasa, riesco a far sentire la mia voce, cosa che non mi è mai successa prima. Lo dico spesso, il mio primo segno particolare è quello di essere una donna. Nessuna quota rosa è mai diventata area manager o si è occupata dell’apertura di una ventina di negozi come invece è capitato a me. È un traguardo bellissimo, di cui sono orgogliosa nel profondo».

Ad oggi le agenzie che gestisce tramite filo diretto sono dodici, per un totale di oltre sessanta collaboratori: «Per me ogni ragazzo della squadra è un pezzo fondamentale del puzzle. È come se io fossi la mamma e loro i miei figli putativi. Insieme funzioniamo perché basiamo ogni cosa sull’amore e l’educazione: il primo è centrale per riuscire bene in quello che si vuole fare, la seconda apre qualsiasi porta. Il team funziona proprio perché, entrambi, non mancano mai». E, infatti, per lei la soddisfazione più bella è e rimane sempre una sola: «Ogni volta che vedo salire sul podio uno dei miei uomini. Lì capisco che, con l’aiuto di tutti i miei collaboratori, sono riuscita a creare un’altra meravigliosa vita oltre alla mia. E questa è una sensazione impagabile, che non ha prezzo».

Anna Maria Cirillo, l’imprenditrice «atipica» del Gruppo

 

CIRILLO

«Affidabile, indipendente, empatica». Se le chiedi di descriversi in tre aggettivi, la project manager junior Anna Maria Cirillo sceglie questi, senza nessun dubbio.

Classe 1978, Anna Maria è una delle tre manager donne in Tempocasa. Colonna della rete in Emilia Romagna e punto di riferimento per l’intero Gruppo, è una persona su cui poter fare affidamento in ogni circostanza. Il motivo? Un innato spirito di sacrificio, una spiccata attitudine al lavoro e la capacità di sapersi donare, sempre, anima e corpo.

Eppure…. Quando non lavora (ri)legge “Piccole donne”, vinto all’età di nove anni grazie a un premio letterario. Oppure ascolta “L’emozione non ha voce” del suo idolo Adriano Celentano, colonna sonora della sua storia d’amore con il marito. E, rimanendo in tema di “sentimenti”, se deve scegliere un film dice a colpo sicuro “Pretty Woman”, perché «sono e resto una romantica. E adoro sognare».

Di sogni, in effetti, ne ha sempre avuti. Tra tutti, uno: «Realizzare qualcosa di veramente mio. Tanto che ricercare e raggiungere una stabilità economica passava in secondo piano rispetto all’avere e ottenere la maternità di un progetto».

La sua storia lo dimostra. Nel 1997 si mette in tasca il diploma da geometra a Caserta e, subito dopo, si iscrive all’università Federico II di Napoli, facoltà di Ingegneria aerospaziale. Frequenta i corsi per tre anni, viaggia a pieno regime ma, nel 2000, a un esame dalla chiusura dell’anno accademico la sua vita prende una direzione allora inaspettata, che la porta a Modena. Lì abita la sorella con il nipotino di quattro anni. E sempre lì una sera, fuori con gli amici, conosce quello che ormai da vent’anni è l’amore della sua vita e da quindici suo marito.

Nuovo millennio, nuova vita: «Mollo tutto e mi trasferisco, un vero colpo di testa. A Modena e dintorni, però, non c’è nessun ateneo in cui proseguire gli studi di ingegneria aerospaziale. Così decido di lasciare, rinunciando alla laurea e a un posto di lavoro assicurato da un mio docente alla Nasa in Belgio. Mi guida l’istinto, certo, ma non me ne sono mai pentita».

A Modena Anna Maria riparte da zero: prima lavora in ceramica in un’azienda di Sassuolo, poi viene assunta in un centro commerciale come scaffalista. «Non mi fermo mai, do più di quel che devo dare, così vengo notata e promossa», racconta. Grazie a un contratto a tempo indeterminato nel 2004 arriva la svolta: ad aprile compra casa e lo fa con Tempocasa. «Conosco così Umberto Cuonzo – oggi project manager senior biancoverde, ndr – È lui che mi vende l’appartamento».

La sua storia in Tempocasa comincia proprio in quel momento: «A fine ottobre sostengo un colloquio proprio con Umberto. Nonostante lo scetticismo del suo socio di allora, inizio a lavorare il 2 novembre. Il 28 dello stesso mese chiudo già la prima vendita, convincendo tutti. L’anno successivo sono la migliore consulente dell’ufficio. Non ho una zona di competenza, ma mi rimbocco le maniche e mi faccio in quattro pur di chiudere più vendite possibili. Nel 2007 apro il mio primo ufficio a Fiorano Modenese, ma le cose non vanno e cedo quasi subito le mie quote».

Scoraggiata, Anna Maria decide di allontanarsi dal mondo dell’immobiliare. Eppure non si abbatte e trova lavoro in uno studio di formazione, che sviluppa strategie aziendali. «Inizio a fare formazione e, come immaginabile, do il meglio nel campo del real estate». L’immobiliare, insomma, uscita dalla porta, rientra dalla finestra. «Intanto Umberto continua a “corteggiarmi”, chiedendomi di avviare un progetto insieme. Finché, nel 2009, decido di dare voce al cuore. Partiamo da Modena-San Faustino: ricomincio da zero e nel 2011 ho di nuovo un’agenzia mia. Nel 2013 apriamo a Reggio Emilia ed entro in società anche nel punto vendita di Sassuolo. Nel 2015 ritorno a Fiorano Modenese, per me una grande rivincita, e l’anno successivo è la volta di Reggio Emilia-Regina Pacis. Nel 2017 alzo la saracinesca a Correggio e Castellarano, nel 2018 a Mantova. Dodici mesi più tardi vengo nominata “Uomo dell’area Er1”. Una soddisfazione immensa, che si somma all’euforia per le prossime aperture del 2020, quelle di Vicenza e Bomporto».

Anna Maria è di certo una manager tenace, ma allo stesso tempo un po’ atipica: «Non mi definisco un’imprenditrice pura. Vivo di emozioni, che non sempre riesco a gestire alla perfezione. Voglio essere un po’ la mamma di tutti in azienda. È un pregio, ma può essere anche un limite. Sta a me sfruttare questa qualità in modo esclusivamente propositivo».

Affidabile, indipendente ed empatica. E con un cuore grande così.

Rosi Balzano, la donna che ha conquistato Milano

 

Rosi Balzano

Se le chiedi qual è il suo film preferito, quasi senza pensarci ti risponde: “La ricerca della felicità”. Che, per lei, più che una passione è diventata una vera e propria dichiarazione d’intenti. A tal punto da improntare la sua vita alla realizzazione di tutti i suoi sogni. A partire da quello di riscatto, per sé e per chi le stava intorno. Un sogno che, grazie alla forza di volontà e a un impegno costante, le ha permesso di raggiungere l’indipendenza e garantirsi una qualità di vita migliore.

“Lei” è la project manager junior Rosi Balzano, di base a Milano e fiore all’occhiello dell’area Diamante. «Provengo da una famiglia umile. Nonostante non ci facesse mancare nulla, mio papà non aveva un lavoro stabile e non abbiamo mai condotto una vita agiata. Ho sempre avuto, quindi, una gran voglia di riscatto. Unita al desiderio, fin da ragazza, di aiutare economicamente i miei genitori», comincia a raccontare.

Classe 1980, appena maggiorenne Rosi si diploma come operatrice dei servizi turistici ed entra nel mondo del lavoro. Trova un’occupazione come segretaria in uno studio di commercialisti, ma le bastano tre mesi per capire che non è l’ambiente giusto: «Mi sento costretta davanti al computer. Mi rendo conto che ho bisogno del contatto con la gente».

Così si guarda intorno alla ricerca di un posto più stimolante, finché nel 2000 incontra Tempocasa. E scatta il colpo di fulmine: «Inizio a lavorare in azienda come coordinatrice, poi divento consulente e infine responsabile di un’agenzia. Mi motiva il fatto di avere continui obiettivi da raggiungere e superare, in un ambiente giovane e dinamico».

Sulla sua strada Rosi trova qualche ostacolo ma li supera uno dopo l’altro, compreso l’iniziale scetticismo della famiglia: «Mamma e papà tentano di dissuadermi perché lo reputano un lavoro maschile, all’apparenza non adatto a me. Io invece lo vivo come una sfida continua e so di essere sulla strada giusta». L’abnegazione paga sempre e, infatti, i riconoscimenti non tardano ad arrivare: «Nel 2003 vengo premiata come migliore consulente d’Italia, un traguardo incredibile che mi regala un’emozione grandissima».

Da quel momento in avanti è un crescendo inarrestabile: «Apro la prima agenzia a Milano nel 2004, in corso Lodi. Ma non mi basta, voglio di più e punto ad aprire un secondo ufficio in zona Bocconi. A bloccarmi, tuttavia, è la crisi immobiliare che, tra il 2007 e il 2011, a conti fatti me lo impedisce».

Rosi accusa il colpo, eppure la battuta d’arresto nei suoi programmi non riesce a compromettere la stabilità e la determinazione che da sempre la contraddistinguono. Il suo sogno è più forte di tutto: «Arrivo persino a pensare di mollare tutto, ma mi riprendo in fretta. Quando cadi devi rialzarti e rimetterti al lavoro. Solo così puoi uscire dalla crisi».

E succede esattamente questo: Rosi si rimbocca le maniche. Con il giusto team di lavoro, nel 2013 alza la saracinesca della filiale di Milano-Corvetto e a metà del 2018 rileva quella di viale Umbria. Al suo fianco ci sono i fratelli Angelo e Francesco, che seguono le sue orme in Tempocasa.

«La gestione dei tre uffici, lo scorso anno, mi permette di ottenere il titolo di project manager junior». Obiettivo raggiunto? Sì, ma ogni traguardo diventa un nuovo inizio: «A gennaio siamo arrivati a Milano-Rogoredo/Santa Giulia. Ora il prossimo obiettivo è quello di creare un’area di sei uffici. Per riuscirci ho in programma un’apertura sul Lago di Garda e, nel frattempo, lavorerò per consolidare le filiali già operative». E sul fronte personale? «Vorrei conseguire una laurea in Giurisprudenza. Sarà difficile conciliare i tanti impegni, ma voglio provarci».

Rosi Balzano, si definisce «solare, determinata e indipendente» e, stando a quanto ha realizzato, non si fatica a crederle.

Alessandra Deiolla, la manager dei Record di Più Mutui Casa

 

DEIOLLA

Alla sua prima consulenza di mutuo è scoppiata in lacrime, bloccata da una timidezza che avrebbe rischiato di incatenarla per una vita intera. Invece no, non si è fatta fermare: quella “fifa blu” l’ha sconfitta nell’arco di dodici ore e, da quel momento, non si è più fermata. Tanto che, in sedici anni di onorato servizio, si è fatta strada con grinta e determinazione. E si è pure presa non uno, ma ben due record speciali: è stata la prima donna a essere nominata manager Più Mutui Casa e la prima a essere incoronata “Uomo dell’area Innovation team”, lo scorso dicembre.

È davvero una forza della natura, e non potreste definirla in un modo diverso dopo averla conosciuta, Alessandra Deiolla, pilastro infaticabile della mediazione creditizia. Lei, in Tempocasa, ci è nata e cresciuta e quando le chiedi se si dovesse mai immaginare in un posto diverso ti guarda, si ferma un secondo e poi ti risponde sorridendo: «Dove dovrei mai andare? Da qui non mi schiodo proprio». E infatti per conoscere com’è approdata in Pmc bisogna partire da Tempocasa e, forse, da qualche passo prima.

Classe 1984, dopo il diploma di maturità a indirizzo linguistico, Alessandra si iscrive in università a Milano, facoltà di Scienze umane. In ateneo però non fa quasi in tempo a metterci piede perché il destino ha in serbo un’altra strada per lei: «Nel 2004 sostengo un colloquio di lavoro nell’agenzia Tempocasa di Seveso, dove cercano una segretaria personale per Daniele Palermo ed Emidio Calvarese – oggi rispettivamente general manager del Gruppo e amministratore delegato Più Mutui Casa, ndr – Mi prendono, imparo in fretta e capisco subito che questa opportunità non può andare di pari passo con l’università. Quindi lascio gli studi», racconta.

La prima esperienza lavorativa va a gonfie vele e per lei i compiti si moltiplicano. Da Seveso si sposta a Saronno e i primi risultati fioccano, di pari passo ai riconoscimenti. Ma la vera svolta la segna il febbraio del 2006, subito dopo la nomina di Calvarese a direttore Tempofin, la società che ai tempi si occupa di mediazione creditizia per la holding biancoverde. È proprio lui a chiederle se ha voglia di iniziare a occuparsi di mutui. «Non ci penso neppure un secondo e rispondo di sì, le sfide mi sono sempre piaciute. L’unica preoccupazione è la mia timidezza, un lato del carattere che mi porto dietro da quando sono bambina. Beh, mi lancio nell’avventura e prestissimo arriva la prima consulenza. Non ho nessuna esperienza e, appena vedo entrare il cliente in ufficio, scoppio a piangere e mi chiudo in bagno. Sono terrorizzata. Daniele arriva in mio soccorso: chiede al signore di tornare il giorno dopo e mi tira fuori da lì. Parliamo a lungo, mi dice che posso farcela e, a conti fatti, è quella sera che mi fa credere in me stessa. Non lo ringrazierò mai abbastanza, mi ha cambiato la vita». Al punto tale che il giorno dopo è di nuovo in ufficio e, neanche a dirlo, porta a casa l’incarico.

Da lì non si ferma più. Con la casacca Tempofin si sposta da Saronno a Lentate sul Seveso e in seguito a Cesano Maderno. In parallelo porta avanti il lavoro sulle pratiche notarili e, per un periodo, gestisce dalla sede Tempocasa le pratiche di mutuo dell’intera rete Italia.

Nel settembre 2008 una batosta la colpisce quasi all’improvviso e rischia di metterla in ginocchio: la sua socia la saluta e se ne va, svuotando l’ufficio da cima a fondo. Alessandra rimane da sola, eppure non si fa abbattere: si rimbocca le maniche e forma nuovi consulenti da inserire.

A rimettersi in pista fa in fretta grazie alle capacità sue e dello staff che ha creato. Tanto che nel 2013 è pronta a spiccare il volo e fare il grande passo: con la nascita di Più Mutui Casa apre il primo financial point a Seregno. Da lì l’exploit è questione di poco: nel 2016 arriva il secondo a Bovisio Masciago, nel 2018 il terzo a Milano-Quarto e pure il quarto, a Cesano Maderno. La ciliegina sulla torta è la nomina ad area manager. Ma non solo: a settembre 2018 le viene affidato il coordinamento e la gestione dei financial point della Puglia.

Oggi, per Alessandra, il futuro è ancora da scrivere anche se di una cosa è certa: dopo l’estate aprirà il quinto ufficio diretto, di nuovo a Cesano Maderno. Il segreto del suo successo? È uno: «Tempocasa è la mia famiglia, una realtà vincente, qualcosa che ho nel Dna. Più Mutui Casa deve essere considerata una parte integrante del Gruppo, altrimenti il meccanismo non funziona».

Laura D’Ambrogio, da ricercatrice a imprenditrice di successo

 

D'AMBROGIO

Da ragazza il suo sogno era diventare una ricercatrice. Poi però il destino l’ha portata su tutt’altra strada. Ma alla fine, dopo qualche ostacolo e molte soddisfazioni, Laura D’Ambrogio è fiera di tutto quello che ha costruito. Tanto che, dice lei stessa, «se dovessi rinascere, rifarei esattamente le stesse scelte. Amo la vita che sono riuscita a costruirmi».

Area manager della società di mediazione creditizia di Gruppo Tempocasa, oggi Laura coordina il lavoro dei financial point di Lazio, Campania e Sicilia.

Per conoscere però com’è arrivata fin qui, dobbiamo fare un passo indietro. Classe 1969, nasce e cresce nella capitale. Romana doc, si cimenta negli studi scientifici sia al liceo sia in università. Qui consegue una laurea triennale come tecnico biomedico e la strada accademica, per lei, sembra spianata. «Voglio fare la ricercatrice e così partecipo al concorso indetto dal Ministero. Lo vinco: il posto è mio, se non fosse che la prova viene invalidata e i risultati non contano più», racconta. Ben lontana dal disperarsi, decide di prendersi un anno sabbatico dai libri e veste i panni dell’agente immobiliare per un’agenzia di un noto franchising. I risultati arrivano in fretta, il lavoro fa proprio per lei. Tuttavia, a distanza di dodici mesi, in ateneo il concorso del Ministero viene riaperto. Laura non ci pensa due volte: partecipa, è di nuovo prima in graduatoria e riconquista il posto.

Eppure la vita in università dura poco: «Un anno più tardi decido di andarmene per ricominciare nel real estate. Sento che è la cosa giusta da fare: ingrano la marcia e nel giro di poco apro quattro punti vendita. Anche sul fronte personale sono felice: mi sposo e nel 2002 nasce mia figlia Lorena. Le cose si incrinano solo nel 2004, quando divorzio dal mio compagno. E non solo: gli lascio tutto e rinuncio al mantenimento».

La decisione, per lei, è a dir poco audace: con una bimba piccola a cui pensare e senza niente e nessuno a darle supporto, si rimbocca le maniche e riparte da capo. Come? Abbandona l’immobiliare e sceglie il settore della mediazione creditizia. «Non lo nego: è un periodo davvero buio, ma si rivela ancora più motivante. Non voglio né cerco legami perché voglio cavarmela da sola e conquistare la mia indipendenza. Nonostante le difficoltà, non penso neanche una volta di tornare sui miei passi. Sono convinta di ogni singola cosa che faccio».

È il 4 maggio 2005 quando debutta nel mondo dei mutui. Nel 2006 apre il primo ufficio e spicca il volo: da quel momento è un crescendo di successi. E lo rimane finché, nel 2008, la crisi taglia le gambe all’intero comparto. Le filiali della società in cui lavora vanno gambe all’aria, il gruppo si disgrega e le prospettive non si confermano certo delle più rosee. «Non mi arrendo: continuo a fare questo lavoro in autonomia, in quel periodo la normativa lo consentiva. Vado avanti indipendentemente da tutto e tutti e mi rimetto in piedi. Nel 2009 nasce la mia seconda bambina, Elisa – avuta dall’uomo a cui, due anni fa, ha detto il sì più importante – Nel 2013 arriva invece la svolta professionale: dopo aver lavorato con lui in passato, incontro di nuovo Carlo Chidini – oggi Presidente Più Mutui Casa, ndr – Mi presenta il progetto PMC e non ci penso un secondo: accetto di entrare a farne parte e, a ottobre, mi lancio in una nuova avventura».

Un’avventura che si rivela zeppa di successi. Al primo financial point, con sede nella sua amata Roma, segue quello di Ladispoli, a cui si somma Messina (rilevato nel settembre 2019). Ma non solo: a settembre 2018 Laura viene nominata area manager e le viene affidato il coordinamento della rete nel Lazio e poi in Campania e Sicilia. «Oggi sono una persona soddisfatta e felice per ciò che sono stata capace di fare. Certo, il lavoro occupa la maggior parte della giornata, anche più di dodici ore al giorno, e spesso trascuro la famiglia ma so di poter garantire una qualità di vita alta alle mie figlie. I miei interessi? Non ho il tempo per coltivare un hobby perché il mio tempo libero si concentra ormai solo di notte. A quell’ora però preferisco dormire!».