Detrazioni sull'affitto
Detrazioni sull'affitto

Affitto, quali detrazioni fiscali ti spettano?



Lo sapevi che esistono detrazioni e agevolazioni fiscali anche per chi sceglie di andare a vivere in affitto? Basta dare uno sguardo alle norme e potrai trovare la soluzione più adatta alle tue esigenze.

Vediamo più da vicino di cosa stiamo parlando insieme al consulente fiscale Antonino Vacirca, che da anni collabora con Gruppo Tempocasa nell’attività quotidiana di intermediazione immobiliare. «Iniziamo subito con una precisazione: le detrazioni sono usufruibili solo per i contratti di locazione regolarmente registrati all’Agenzia delle Entrate. Con la compilazione del modello 730 si ha la possibilità di portare in detrazione l’affitto pagato per l’abitazione principale, cioè quella in cui il contribuente vive da solo o con i suoi famigliari a carico», spiega Vacirca.

Più nel dettaglio, la normativa siglata dal Governo prevede tre casi per l’ottenimento della detrazione. Casi che variano in funzione dei soggetti che la richiedono e che, in particolare, si differenziano in base al reddito percepito nel corso dell’anno. Quali sono? Canone libero, canone convenzionale e giovani tra i venti e i trent’anni.

«Partiamo dalla detrazione per l’affitto dell’abitazione principale a canone libero. In questo caso vengono individuate due soglie limite. Il conduttore (cioè l’inquilino) ha diritto a una detrazione pari a 300 euro se il suo reddito annuo non supera i 15.493,71 euro. Se invece il reddito annuo è tra i 15.493,71 euro e i 30.987,41 euro, la quota detratta sarà inferiore: si parla infatti di 150 euro», aggiunge.

La seconda casistica riguarda i contratti a canone convenzionale o cedolare secca, solitamente della durata di tre anni (e rinnovabili di altri due) e stipulati in base ad accordi locali tra organizzazioni della proprietà edilizia e organizzazioni dei conduttori. In questa ipotesi la detrazione è di 495,80 euro se il reddito totale non oltrepassa i 15.493,71 euro, mentre scende a 247,90 euro se oscilla tra i 15.493,71 e i 30.987,41 euro annui.

In terza e ultima battuta ci sono i contratti stipulati da giovani di età compresa tra i venti e i trent’anni. «Qui la detrazione fiscale spetta per i primi tre anni dalla stipula del contratto. Tuttavia, esistono delle condizioni obbligatorie e necessarie per poterne usufruire: da una parte l’immobile affittato deve essere diverso da quello in cui vivono i genitori o gli affidatari, dall’altra il requisito dell’età vale anche solo per una parte dell’anno in cui si intende fruire dello sconto. In questo caso se il reddito complessivo annuo non supera i 15.493,71 euro, si possono recuperare ben 991,60 euro».

Non finisce qui. Sì, perché se sei un proprietario di casa, non devi preoccuparti: anche per te sono previsti vantaggi a livello fiscale. «Se il proprietario di un immobile concesso in affitto vuole ottenere delle detrazioni, può optare per il regime della cedolare secca. In tal caso le tasse dovute allo Stato – calcolate quindi sulla base del reddito percepito dalla locazione – saranno minori. La percentuale di detrazione sarà pari rispettivamente al 21% o al 10% a seconda che si tratti di una locazione a canone libero o concordato».

Infine, da non dimenticare che proprio quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, il Governo ha stabilito un nuovo contributo a fondo perduto nella Legge di Bilancio 2021. Per evitare problemi dovuti ai mancati pagamenti e ritardi, proprietari e inquilini possono trovare un accordo per la rinegoziazione del canone di locazione (che deve essere registrato regolarmente) e questo consente al locatore di ridurre le imposte da pagare. Solo se il contratto viene registrato si può ottenere il contributo a fondo perduto del 50% della riduzione del canone (il cosiddetto Bonus Affitto). Anche in questo caso è stato stabilito un tetto massimo di rimborso: si parla di 1.200 euro a proprietario.