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Come funziona la successione? Ecco le cose da sapere



La definizione tecnica dice che la successione è quella procedura giuridica che, alla morte di qualcuno, permette di trasferirne il patrimonio agli eredi. Con un’importante e immediata precisazione: a essere trasferiti agli eredi (diretti o designati tramite un testamento) non sono solo i beni e i crediti, ma anche gli eventuali debiti del defunto.

Per capire meglio come funziona questa pratica abbiamo bussato alla porta dell’avvocato Stefano De Luca, socio dello studio notarile milanese De Vivo-Tacchini-Cecala & Associati.

Qual è l’iter da seguire quando si parla di successione?

Partiamo con il dire che esistono due tipologie differenti di successione: la testamentaria e la legittima. La prima presuppone l’esistenza di un testamento valido, la seconda invece occorre quando non esiste un testamento e la successione viene regolata unicamente dalla legge.

In entrambi i casi, però, bisogna sapere che per dirimere le questioni burocratiche legate a questa pratica il notaio può e deve venire in soccorso degli eredi. E può e deve farlo fin dalle prime operazioni previste. La prima attività in capo al professionista è la comunicazione della tipologia di successione agli eredi stessi. Le attività successive seguono un iter preciso, stabilito dalla normativa, che prevede sempre la presenza del notaio. In prima battuta, si procede all’apertura del testamento (se c’è) oppure del documento di successione legittima. Subito dopo si dà comunicazione della ripartizione dell’eredità tra gli eredi, con la conseguente verifica della cosiddetta qualità degli eredi stessi. Da ultimo, gli eredi procedono all’accettazione della successione, semplice o con beneficio di inventario (che vedremo tra qualche riga).

 

Partiamo dalla successione legittima: come funziona?

Se al momento dell’apertura della successione non esiste alcun testamento, la ripartizione di tutti i beni del defunto viene organizzata tra gli eredi legittimi secondo le regole stabilite del codice civile. La legge, quindi, interviene per indicare come devono essere assegnati e distribuiti i beni materiali e immateriali, fissando l’ordine secondo cui i parenti vengono chiamati a succedere. Come avviene la divisione? La linea ereditaria vede come primi destinatari il coniuge del defunto e i figli. In mancanza di questi, spetta ai genitori e poi – a scalare – si arriva fino al sesto grado di parentela.

 

La successione testamentaria: quando c’è di mezzo un testo scritto

Anche se la legge non impone l’obbligo di pianificare la successione tramite la redazione di un testamento, nel corso degli ultimi anni molte persone hanno fatto ricorso a questa soluzione. Il testamento normalmente contiene disposizioni patrimoniali. Detto altrimenti, chi lo compila stabilisce la destinazione dei propri beni mobili e immobili, ma può anche contenere disposizioni di carattere morale. In questa tipologia di successione riveste particolare importanza la categoria dei legittimari: la legge stabilisce che, anche in questo caso, il coniuge, i figli, i discendenti dei figli e i genitori (nel caso in cui non ci dovessero essere figli) hanno diritto di ricevere comunque una parte di eredità anche se non dovessero essere indicati nel testamento.

 

La rinuncia e l’accettazione dell’eredità

Bisogna tenere bene a mente che aperta la successione, che sia legittima o testamentaria, l’erede è chiamato a decidere se procedere con l’accettazione della stessa o con la sua rinuncia.

Come già anticipato, l’eredità non include solo beni e crediti del defunto, ma anche eventuali debiti. Questi ultimi graveranno sulla successione e, in alcuni casi, potrebbero arrivare anche a superarne il valore. Ed è proprio per questo che esistono due tipologie di accettazione:

  • pura e semplice, che prevede l’unione del patrimonio del defunto a quello del successore. In questo caso l’erede subentra a pieno titolo nel patrimonio del defunto e, di conseguenza, è tenuto a pagare eventuali debiti;
  • accettazione con beneficio di inventario. Possono usufruire di questa tipologia solo gli eredi che sono ancora minorenni e i soggetti incapaci. In questo caso il beneficiario non è tenuto al pagamento dei debiti ereditari.

Infine, nel caso in cui chi è chiamato alla successione non voglia in nessun caso accettare l’eredità, si potrà formalizzare tranquillamente la propria rinuncia davanti a un notaio.

 

L’ultima fase: la dichiarazione di successione e le imposte

Accettata la successione, si dovrà presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate. Si tratta di un passo di importante, in quanto costituisce la condizione imprescindibile per poter disporre dell’eredità.

Anche in questo caso ci sono delle modalità precise. Prima di tutto, la dichiarazione di successione deve essere presentata dagli eredi entro i dodici mesi dal decesso del defunto. Le possibilità per farlo sono tre:

  • tramite un intermediario abilitato, come le banche;
  • all’ufficio competente dell’Agenzia delle Entrate;
  • online: a partire dallo scorso anno, considerata l’emergenza sanitaria, si può infatti ottenere la copia originale anche in modalità telematica.

 

Da ultimo, è bene sapere che la successione impone alcuni obblighi dal punto di vista fiscale. Gli eredi sono chiamati a pagare le imposte di successione, che variano in base al grado di parentela e alla somma ereditata. Il calcolo viene eseguito dall’Agenzia delle Entrate in funzione di quanto indicato nella dichiarazione di successione (beni mobili, immobili e crediti).

Naturalmente farsi aiutare da professionisti esperti può semplificare fin dal primo momento il corretto svolgimento di questa complessa pratica burocratica.