Tassi d'interesse

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Nuovo aumento dei tassi d’interesse di 75 punti base con conseguente rialzo dei mutui

Il tasso principale sale così al 2%, il tasso sui depositi all’1,5% e il tasso sui prestiti marginali al 2,25%. Lo ha comunicato la Banca centrale europea dopo la riunione del Consiglio direttivo, avvenuta il 27 ottobre, confermando non solo le previsioni della vigilia, ma anche la strada intrapresa negli ultimi mesi.

Con lo scopo di un ritorno tempestivo dell’inflazione al 2%, la Bce aveva già innalzato i tassi di interesse a luglio di 50 punti base e poi a settembre di ulteriori 75. Adesso altri 75 punti base in più. Ed entro dicembre non è da escludere un nuovo balzello. Gli effetti sui costi dei mutui a tasso fisso e, soprattutto, a tasso variabile saranno inevitabili e non si faranno attendere, anzi.

Ma non bisogna scoraggiarsi. Perché «l’ascesa dei tassi di interesse cui stiamo assistendo in questi mesi non stravolge lo scenario. Abbiamo sempre a che fare con tassi convenienti, tutt’al più nella media, sia in relazione al valore attuale dell’inflazione, sia rispetto all’andamento storico. Diciamo che, dopo una parentesi straordinariamente vantaggiosa, stiamo rientrando in una fase di normalità, sebbene non sia avvertita come tale», rassicura Manuel Borella, area manager e referente convenzioni di Più Mutui Casa, la società di mediazione creditizia di Gruppo Tempocasa.

Ad accusare il colpo del rincaro al momento è principalmente chi ha già acceso un mutuo a tasso variabile. Secondo le simulazioni, nel caso di un mutuo variabile medio (da 126.000 euro in 25 anni, LTV 70%, Tan iniziale 0,67%), la rata mensile potrebbe salire di quasi 50 euro. Il che, considerando gli aumenti precedenti, porterebbe l’incremento totale a quasi 150 euro in più rispetto a inizio anno. Per chi invece ha acceso un mutuo a tasso fisso la situazione sostanzialmente non cambia.

E chi intende comprare una casa ora con un finanziamento, come si deve muovere in questo momento incerto e in questo mercato volubile?

«Il suggerimento in questi momenti di profonda instabilità è di muoversi con prudenza, passo dopo passo, puntando su tassi variabili con opzione o prodotti a tasso misto», afferma Borella. Si tratta di soluzioni che permettono di passare, durante il piano di ammortamento, da un tasso variabile a un tasso fisso, e viceversa, in base, all’andamento del mercato. «Al momento suggeriamo ai nostri clienti di iniziare con un tasso variabile perché più conveniente (vicino al 3% contro un tasso fisso intorno al 4%) per poi vedere in un secondo tempo se confermarlo o se invece passare a un tasso fisso, in funzione delle fluttuazioni del mercato, delle manovre che il nuovo Governo probabilmente attuerà per calmierare i tassi e delle future mosse della Bce», continua il manager. Che che con le sue parole dimostra quanto prezioso sia il parere di un esperto in materia.
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